Colesterolemia: cala nei Paesi ricchi, cresce in quelli poveri
È apparsa su Lancet un'analisi dei trend della colesterolemia totale media a livello mondiale dal 1980 a oggi, mai effettuata prima su così vasta scala, allo scopo di cogliere gli effetti dei suoi determinanti dietetici, comportamentali e farmacologici. Il team internazionale di ricercatori, guidati da Farshad Farzadfar e Mariel M. Finucane dell'Harvard school of public health di Boston, ha preso in considerazione dati ricavati da studi epidemiologici e sondaggi relativi a soggetti adulti di età =/>25 anni di 199 Paesi, per un totale di "321 anni-Paese" e 3 milioni di partecipanti. Nel 2008, la media globale della colesterolemia totale standardizzata per età è risultata di 4,64 mmol/L per gli uomini e di 4,76 mmol/L per le donne. Nel complesso dal 1980 al 2008 i valori sono apparsi stabili nelle varie regioni, diminuendo di meno di 0,1 mmol/L per decade in entrambi i sessi. Più in dettaglio, la colesterolemia totale si è ridotta nelle regioni a elevato reddito, ossia Australasia, Nord-America, Europa occidentale, centrale e orientale; le diminuzioni regionali si sono attestate sui 0,2 mmol/L circa per decade in entrambi i sessi. La colesterolemia totale media è aumentata, invece, nell'Asia orientale, nel Sud-Est asiatico e nell'area del Pacifico di circa 0,08 mmol/L per decade negli uomini e di 0,09 mmol/L per decade nelle donne. Nonostante i trend convergenti, però, la colesterolemia totale sierica più elevata nel 2008 si è registrata nelle aree ad alto reddito, quali Australasia, Nord-America ed Europa occidentale, con una media regionale di 5,24 mmol/L per gli uomini e di 5,23 mmol/L nelle donne. Il valore più basso si è riscontrato invece nell'Africa sub-Sahariana: 4,08 mmol/L negli uomini e 4,27 mmol/L nelle donne. Occorrono interventi nutrizionali e farmacologici per prevenire l'aumento della colesterolemia soprattutto nelle popolazioni asiatiche - concludono gli autori - e va rafforzata la sorveglianza su questo parametro nella popolazione nei Paesi a basso e medio reddito.
Lancet, 2011; 377(9765):578-86