Menu principale:
Legame fra Vit. D e Demenza
Negli ultimi anni un numero crescente di studi scientifici ha evidenziato che la vitamina D non è un elemento essenziale soltanto ai fini di un corretto metabolismo osseo, ma anche per la regolazione di molte altre attività dell'organismo. Per esempio, oggi si sa che adeguati livelli di vitamina D nel sangue sono necessari per il mantenimento della salute cardiovascolare, per il buon funzionamento del sistema immunitario, per ridurre il rischio di sviluppare alcuni tipi di neoplasie e disturbi dell'umore. Uno studio da poco pubblicato sulla rivista scientifica Neurology indica ora un potenziale coinvolgimento di questa vitamina anche nel mantenimento della funzionalità cognitiva in età avanzata. Analizzando i dati pubblicati in letteratura, relativi ad anziani inclusi in studi che prevedessero sia la valutazione delle prestazioni intellettive sia i livelli di vitamina D, i ricercatori della McMaster University di Hamilton e dell'Università di Waterloo di Kitchener (Canada) hanno osservato che chi aveva livelli di vitamina D maggiori di 50 nmol/l (soglia minima raccomandata per garantire la salute dello scheletro e prevenire l'osteoporosi) ottenevano mediamente punteggi migliori nei test neurocognitivi rispetto a chi ne era deficitario in misura più o meno marcata. Inoltre, esaminando quattro studi condotti su pazienti con malattia di Alzheimer conclamata, si è visto che la concentrazione di vitamina D nel sangue delle persone con demenza era mediamente più bassa rispetto a quella dei controlli sani della stessa età e con caratteristiche fisiche paragonabili. Benché si tratti soltanto di un'indicazione preliminare, non va trascurata perché deficit più o meno importanti di vitamina D tra gli anziani sono estremamente diffusi, anche in persone con buoni standard nutrizionali.
Neurology 2012; 79(13):1397-