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Diabete 2: cuore più protetto con metformina

Diabete 2: cuore più protetto con metformina
Il trattamento con metformina per 3 anni riduce in modo sostanziale gli eventi maggiori cardiovascolari a un follow-up medio di 5 anni rispetto a glipizide. La metformina sembra svolgere un potenziale beneficio sugli outcomes cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio. La verifica del diverso comportamento a lungo termine di biguanidi e sulfoniluree sulle complicanze macrovascolari e sulla mortalità nei pazienti con diabete di tipo 2 con storia di coronaropatia è stata verificata in 304 pazienti con tale comorbilità in uno studio multicentrico cinese in doppio cieco. I partecipanti (età media: 63,3 anni) sono stati assegnati in modo randomizzato a un trattamento con glipizide (30 mg/die) o metformina (1,5/die) per 3 anni. L'endpoint primario era costituito da tempo trascorso fino a un evento composito, formato da eventi recidivanti cardiovascolari, comprendenti morte per causa cardiovascolare, morte per qualsiasi causa, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, o rivascolarizzazione arteriosa. Al termine del periodo di somministrazione dei farmaci, entrambi i gruppi hanno fatto registrare un significativo decremento dei livelli di emoglobina glicata (7,1% nel gruppo glipizide, 7,0% nel gruppo metformina). In ogni caso, a un follow-up medio di 5 anni, 91 soggetti sono andati incontro a 130 endpoint primari. A un'analisi intention-to-treat, è risultato, nei pazienti trattati con metformina rispetto a quelli in terapia con glipizide, un hazard ratio (Hr) corretto di 0,54 per l'endpoint primario costituito dagli eventi compositi cardiovascolari. Non si sono rilevate differenze, invece, in relazione agli eventi avversi o agli endpoint secondari.
Diabetes Care, 2012 Dec 10. [Epub ahead of print]

 
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