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Terapia
Dopo un trauma sportivo diretto o indiretto adottare nell’immediatezza i principi P.R.I.C.E. , ossia : Protezione, Riposo, Ghiaccio, Compressione, Elevazione (Protection, Rest, Ice, Compression, Elevatione) dell’arto colpito.
La funzione del ghiaccio, è quella di limitare, attraverso il meccanismo di vasocostrizione, la fuoriuscita ematica dalle fibre muscolari e quindi di circoscrivere l’ematoma. L’applicazione deve essere effettuata ad intermittenza (15 -
Il
Il Riposo, assoluto e relativo, ha durata variabile in rapporto alla estensione e alla sede di lesione muscolare e deve essere associato a un corretto atteggiamento dell'arto che permette al muscolo interessato il massimo grado di rilasciamento. E' stato dimostrato che l'immobilizzazione favorisce e accelera la produzione di tessuto di granulazione che tuttavia, se mantenuta per troppo tempo, porta a scarsa organizzazione strutturale delle fibre rigenerate e a successiva formazione di tessuto cicatrizile. Pertanto, un'immediata immobilizzazione è necessaria per favorire la rigenerazione di tessuto muscolare e la formazione di tessuto di granulazione (necessario per formare l'impalcatura alla rigenerazione successiva); la mobilizzazione successiva deve permettere una migliore organizzazione strutturale degli elementi rigenerativi e riparativi al fine di impedire che la riparazione fibrotico/cicatriziale determini aderenze fasciali con i muscoli circostanti e atrofia muscolare da non uso. In pratica il riposo assoluto va attuato da un minimo di 2 giorni a un massimo di 7 giorni per non avere conseguenze negative su un processo di riparazione funzionalmente efficace.
Dopo il periodo di immobilizzazione si inizia con cautimovimenti di allungamento del muscolo interessato dalla lesione, attuati sempre al di sotto della soglia del dolore, per allungare la componente cicatriziale del tessuto riparativo neoformato, evitando che questo si interponga fra le fibre muscolari interrotte e impedisca il ripristino della continuità del ventre del muscolo leso a opera della miogenesi. Lo stress, se ben attuato, aiuta ad orientare le fibre cicatriziali lungo l'asse maggiore del ventre muscolare quando il tessuto connettivo cicatriziale si trova ancora in una fase plastica, ma meccanicamente resistente al fine di evitare retrazioni invalidanti dal punto di vista funzionale.
Per quel che concerne l’approccio con le Terapie Fisiche, si è ormai orientati ad iniziare il trattamento piuttosto precocemente per evitare quelle problematiche (talvolta serie), legate al fenomeno della Riparazione fibrotica (cicatrice muscolare) o ancor più seria dell'Osteite ossificante. Nella prima fase, quando è ancora presente la fasciatura, si può iniziare con la Magnetoterapia, magari sottoforma di Campi Magnetici Pulsati, per poi passare, tolto il bendaggio, con una terapia fisica manuale e attiva, quale l'Ultrasuono a massaggio, a bassa frequenza, e/o soprattutto la Tecar Terapia , che tra le terapie fisiche attive è piu’ accreditata . Con quest'ultima si deve lavorare inizialmente in ipotermia, prevalentemente con elettrodo Capacitivo per poi progressivamente dosare la terapia col Capacitivo e/o Resistivo a seconda della risposta del paziente (importanza di TecarTerapista, Medico o Fisiatra, esperto), associando, durante il trattamento Tecar, la giusta messa in tensione della struttura muscolare lesionata (Tecar Active Motion) , favorendo il giusto allineamento delle fibre muscolari in ricostruzione già dalle prime fasi della rigenerazione delle stesse. Il concetto delle terapie fisiche sta nel favorire il riassorbimento dell'ematoma e dell'edema interstiziale, creando microcorrenti nei liquidi extracellulari (flusso ionico nel caso della Tecar), o mediante l'azione vibrante meccanica (Ultrasuoni), che alla fine si traducono in un'azione vasodilatante sui capillari con il risultato del miglioramento del flusso ematico favorendo il drenaggio di sostanze tossiche e il richiamo di fattori di crescita con il risultato di un potenziamneto del metabilismo cellulare delle miocellule.
Il lavoro di allugamento e ripristino dell'escursione articolare verrà poi proseguito dal fisioterapista con terapie manuali, lavoro in acqua e riabilitazione attiva progressiva fino al recupero completo sia fisico che psicologico dell'atleta.
Durante la prima fase, ma non prima di 10 -
La
Viene poi ripresa la corsa lenta che segue il programma di potenziamento aumentando progressivamente la velocità, il ritmo, la frequenza e la difficoltà. Nelle lesioni dei muscoli della coscia le ripetute, per esempio, devono essere eseguite in frequenza evitando nei primi periodi di ripresa le sollecitazioni in allungamento, i salti, i balzi e lo sprint. Un programma di allenamento integrale è attuabile quando c'è il ripristino totale della funzione muscolare, completo movimento articolare e flessibiltà totale delle articolazioni adiacenti (stretching muscolare massimale senza dolore). Progressivamente si passa alla corsa più veloce e alle esercitazioni mirate sport/specifici. Le prime ripetute veloci vengono eseguite in lievi salite per diminuire l'ampiezza della falcata, passando da tutte le esercitazioni analitiche della corsa e rispettive andature (skip, corsa calciata, balzelli per i piedi, frenata, corsa indietro, corsa laterale, ecc.); viene valutata con attenzione particolare la tecnica di corsa e vengono rilevate eventuali asimmetrie del gesto tecnico tra i due arti.
Come già detto, per la lesione di II grado la ripresa agonistica avviene tra le 4 e le 10 settimane dal trauma, a seconda del muscolo interessato.
La ripresa dell’attività sportiva agonistica comunque deve essere valutata e accertata da un team che dovrebbe comprendere Specialista Ortopedico, Medico dello Sport , Psicologo, e dai collaboratori Terapisti e Scienze Motorie, il tutto sicuramente dopo un attento esame clinico ed ecografico, ma soprattutto dopo aver valutato il paziente con test specifici che registrano la forza, la stabilità e la emotività dall'atleta; poichè recuperare la funzionalità della parte lesa non significa aver recuperato l'atleta per il rietro in campo. Infatti lo staff medico/fisioterapico deve mirare sicuramente al recupero del completo gesto sportivo, ma soprattuoo all'
a cura di
Filippo Luciano Dr. Venuto
Medico Ortopedico