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RIZARTROSI
Per Rizoartosi , si intende una patologia del primo raggio della mano caratterizzata da artrosi della base del primo dito della mano, piu’ precisamente dell’articolazione esistente tra il trapezio (osso del carpo), e il metacarpo del pollice. Colpisce prevalentemente il sesso femminile generalmente dopo i 50 anni, e rappresenta l’espressione primaria dell’artrosi della mano, ma è anche molto colpita la popolazione (anche maschile) che effettua lavori usuranti per le mani sia dal punto di vista del sovraccarico che dall'esposizione alle intemperie (lavoratoridei campi, manovali, lavoratori edili, ecc.). La particolare conformazione di questa articolazione, consente una ampia gamma di movimenti come la prensione e la pinzatura e il limitare questa funzione classifica questa patologia come altamente invalidante, in quanto molto influente sulle normali e comuni attivita’ lavorative.
Sintomi
l primo sintomo e’ il dolore che si presenta ad esempio nel tentare di aprire un barattolo, o nel prendere con forza un oggetto; dolore fortemente esacerbato alla digitopressione nella zona interessata,. Nelle fasi avanzate, tale sintomatologia dolorosa, si avverte anche a riposo e l’articolazione puo’ andare incontro a deformita’ morfologica.
Diagnosi
La diagnosi si basa soprattutto sull'anamnesi e sull’esame clinico. Di estrema importanza e’ differenziare il dolore indotto da questa patologia artrosica rispetto al dolore da morbo di De Quervain, ma spesso queste patologie sono associate.Una radiografia mirata ci aiuta a definire la gravità del processo artrosico e a indirizzarci verso le terapie appropriate e le aspettative delle stesse
Terapia
Inizialmente si effettua una fisioterapia specifica e mirata come la TECAR (in alternativa RADAR o IPERTERMIA) e le ONDE D'URTO DEFOCALIZZATE (in alternativa ULTRASUONI MANUALI) . L’ausilio di un tutore per immobilizzazione il primo raggio per brevi periodi o anche per qualche ora al giorno può essere utile a ridurre la sintomatologia dolorosa, senza però esagerare per evirare di ottenere l'effetto contrario (patologia da non uso). Molto utile è l'associazione di terapie iniettive locali, come la Mesoterapia Antalgica o, infiltrativa con farmaci steroirei, che, ricordo, deve essere limitata al minimo sia nel numero di infilrazioni che nella durata in tempo di trattamento.
Nei casi più gravi caratterizzati da importante impotenza funzionale e deformità, entra in gioco la terapia chirurgica (intervento di artrodesi o impianto di miniprotesi articolari).
Filippo Luciano Dr Venuto