Menu principale:
IL COLPO DI FRUSTA CERVICALE
Con il termine colpo di frusta cervicale si intende un rapido movimento codificato al di sotto dei 50 msec di tipo accelerativo-
Il tronco è formato in direzione cranio-
La colonna vertebrale è formata da 33-
Le vertebre sono ossa brevi formate da un corpo (parte ventrale) e da un arco (parte posteriore) che, insieme, delimitano un foro vertebrale.
L'arco vertebrale è formato, dall'avanti indietro da:
1) due peduncoli (i margini dei peduncoli di due vertebre contigue delimitano, sovrapponendosi, il foro intervertrebrale che dà passaggio al nervo spinale, questo manca nelle prime tre vertebre);
2) due masse apofisarie dove possiamo evidenziare due processi articolari (superiore e inferiore), che mettono in giunzione gli archi delle vertebre contigue e due processi traversi (dx e sx) dove sono presenti le faccette costali trasversarie;
3) due lamine vertebrali che formano la maggior parte del contorno posteriore del foro vertebrale;
4) un processo spinoso.
I corpi delle vertebre contigue si articolano fra loro tramite le facce superiori e inferiori e tra questi si pongono i dischi intervertrebrali (le articolazioni tra i corpi vertebrali o articolazioni intersomatiche sono delle sinartrosi del tipo sinfisi). Oltre al disco intervertrebrale, i mezzi di unione delle articolazioni intersomatiche sono dati dal legamento longitudinale anteriore (si addossa alla faccia anteriore dei corpi vertebrali con origine dall'epistrofeo e inserzione alla parte superiore del sacro (questo legamento nel colpo di frusta cervicale può rompersi) e legamento longitudinale posteriore (si trova sulla faccia posteriore dei corpi vertebrali e prospetta perciò verso il canale vertebrale, la sua origine è l'osso occipitale e la sua inserzione è l'osso sacro (anche questo legamento come il precedente nel colpo di frusta può rompersi). La dimensione dei dischi intervertrebrali varia raggiungendo il massimo a livello lombare, la loro forma è di lente biconvessa. I dischi intervertrebrali sono costituiti da una parte periferica (anello fibroso) e da una parte centrale (nucleo polposo, il quale non si trova esattamente al centro del disco). Il nucleo polposo si sposta durante i movimenti della colonna vertebrale e in tal modo rende possibile una certa inclinazione dei piani vertebrali che vengono tra loro a contatto. I dischi intervertrebrali, seguendo il contorno della faccia dei corpi, vengono a delimitare parte della circonferenza dei fori intervertrebrali; ciò si verifica per una maggiore estensione nel segmento lombare dove le incisore dei peduncoli sono poco profonde e pertanto in tal modo si stabilisce un esteso rapporto tra i dischi stessi e le formazioni nervose che si impegnano nei fori intervertrebrali. Nell'insieme i dischi rappresentano 1/3 della lunghezza totale della colonna vertebrale. I dischi intervertrebrali mancano nelle prime tre vertebre cervicali. Le giunzioni tra i processi articolari sono diartrosi del tipo delle artrodie in quanto si effettuano tra faccette articolari piane (movimenti di scorrimento tra le superfici contigue); i mezzi di unione sono dati da una capsula fibrosa al cui interno è presente una sinoviale. Nelle articolazioni della colonna vertebrale dobbiamo parlare anche dei legamenti a distanza (legamenti gialli, legamenti interspinosi e legamento sovraspinoso), delle articolazioni cranio-
· legamenti intertrasversali: connettono i processi traversi di vertebre vicine;
· articolazione atloassiale mediana: si svolge tra il dente dell'epistrofeo e un anello osteofibroso formato dall'arco anteriore e dal legamento traverso dell'atlante (nel colpo di frusta questo legamento può rompersi). E' una diartrosi a ginglimo laterale o trocoide.
I mezzi di unione dell'articolazione atloassiale mediana sono dati da legamenti tesi tra il dente dell'epistrofeo e l'osso occipitale;
· articolazioni atloassiali laterali: si effettuano tra i processi articolari delle prime due vertebre cervicali e sono artrodie. In questo tipo di articolazioni possiamo evidenziare due legamenti collaterali che si fissano sul contorno delle superfici articolari delle due vertebre, un legamento anteriore che si estende dal margine inferiore dell'arco anteriore dell'atlante alla faccia anteriore del corpo dell'epistrofeo e un legamento posteriore che va dall'arco posteriore al processo spinoso dell'epistrofeo;
· articolazione atlooccipitale: è una diartrosi di tipo condiloideo che si stabilisce tra i condili dell'osso occipitale e le cavità glenoidee che si trovano sulla faccia superiore delle masse laterali dell'atlante. In questo tipo di articolazione possiamo notare una capsula che si fissa sul contorno delle superfici articolari, una membrana atlooccipitale anteriore con origine sul contorno anteriore del foro occipitale e inserzione sul margine superiore dell'arco anteriore dell'atlante e una membrana atlooccipitale posteriore con origine sul contorno posteriore del foro occipitale al margine superiore dell'arco posteriore dell'atlante. I muscoli del rachide hanno l'origine e l'inserzione sulla colonna vertebrale (muscoli intrinseci). Un gruppo particolare di muscoli è rappresentato dai muscoli suboccipitali che hanno origine nella colonna vertebrale e inserzione sul cranio.
Muscoli delle docce vertebrali:
· muscolo splenio della testa,
· muscolo splenio del collo,
· muscolo sacrospinale (muscolo ileospinale, muscolo lunghissimo e muscolo spinale),
· muscolo traverso spinale (muscolo semispinale, muscolo multifido e muscoli rotatori),
· muscoli interspinosi,
· muscoli intertrasversari,
· muscoli suboccipitali (muscolo grande retto posteriore della testa, muscolo piccolo retto posteriore della testa, muscolo obliquo superiore della testa, muscolo obliquo inferiore della testa),
Muscolo ventrali del rachide:
· muscoli prevertebrali (muscolo lungo del collo, muscolo lungo della testa, muscolo retto anteriore della testa),
· muscoli sacrococcigei ventrali.
Nel colpo di frusta in base al livello lesionale possiamo avere lesioni nel plesso brachiale a livello radicolare o a livello tronculare.
Sul piano sagittale mediano la colonna vertebrale presenta tre curvature fisiologiche:
1. lordosi cervicale a convessità anteriore,
2. cifosi dorsale a convessità posteriore,
3. lordosi lombare a convessità anteriore.
Le tre curvature sono subordinate all'orientamento del piano d'appoggio della 5° vertebra lombare sul piano della base sacrale; tale piano descrive un angolo di circa 30° (angolo di inclinazione del sacro o del bacino). Oltre che ai fini dell'equilibrio, le tre curve hanno un significato meccanico nei confronti del sostegno del peso del corpo; la resistenza della colonna alle pressioni longitudinali, come quelle gravitazionali, per esempio da sovraccarico, viene sicuramente ad essere ridimensionata (con la scomposizione delle linee di forza) nella colonna a tre curve, al confronto con una teorica colonna rettilinea. La stabilizzazione delle curve fisiologiche e le reciproche dinamiche compensazioni atte a mantenere l'equilibrio, sono garantite in gran parte dai legamenti longitudinale anteriore e posteriore, dai legamenti gialli e dai legamenti capsulari, dai legamenti interspinosi e sovraspinosi e inoltre in sede cervicale, dal complesso dei legamenti atlooccipitoassoidei.
Alla postura della colonna partecipano anche i muscoli intrinseci del rachide. I movimenti della colonna vertebrale sono la somma dei movimenti di tutte le sue unità funzionali. Nei confronti della flessoestensione, la massima libertà di movimento si osserva nel tratto cervicale inferiore (la cosiddetta cerniera C4-
Nel corso degli anni la struttura del disco si altera, e non solo per usura meccanica. Il nucleo polposo contiene nel giovane l' 80% di acqua; nella senescenza il nucleo si disidrata, l'anello fibroso degenera e il nucleo polposo sfugge dal suo involucro e si proietta verso il cavo vertebrale o un'altra direzione. Nei vecchi è frequente riscontrare l'assottigliamento di alcuni dischi, ciò crea abnormi contatti tra le superfici contigue dei corpi vertebrali. Da un punto di vista funzionale il rachide è costituito da più unità sovrapposte. Ogni unità funzionale è composta da una parte anteriore, con i corpi vertebrali e il disco interposto, e da una parte posteriore con i peduncoli, le lamine e i processi articolari. Come detto prima a livello cervicale ci sono 7 vertebre, ma abbiamo 8 nervi (8 radici cervicali). Quando abbiamo una sofferenza di C5 si osserva una iporeflessia bicipitale, una ipoestesia della faccia laterale del braccio e una ipostenia del deltoide. Nelle sofferenze di C6 osserviamo una ipostenia del bicipitale e dei muscoli estensori del polso, una iporeflessia branchio-
La classificazione del corteo sintomatologico del colpo di frusta cervicale prevede 5 stadi al fine di standardizzare l'approccio al paziente:
-
-
-
-
-
In base a questo tipo di classificazione possiamo dire che lo stadio zero non merita alcun tipo di trattamento e lo stadio 4 va trattato in un centro di chirurgia.
Sostanzialmente la nostra discussione si deve focalizzare sugli stadi 1 -
Nella maggior parte dei casi i colpi di frusta derivano da tamponamenti stradali a bassa velocità (sostanzialmente in città). E' molto importante dire che lo stop centrale ha ridotto del 17% la probabilità di essere tamponati e inoltre contrariamente a quanto si possa pensare il poggia testa ha ridotto l'incidenza del colpo di frusta solamente del 14% perchè non c'è un buon posizionamento (o troppo alto o troppo basso).
Qual'è il vero meccanismo lesionale del colpo di frusta? Si può aver un trauma in estensione (il tamponamento che è il più frequente), un trauma in flessione (frontale) oppure un trauma in flessione laterale; questi sono i principali meccanismi patogenetici puri. A questi si può associare un meccanismo rotatorio aggiunto responsabile di una possibile rottura legamentosa o discale. Nel trauma frontale (macchina che sbatte contro il palo) si ha un movimento in avanti del corpo che è repentinamente arrestato dalle braccia perchè il paziente tendenzialmente è attaccato al volante e il collo procede in iperflessione con possibilità di sublussazione delle faccette articolari posteriori, una lacerazione capsulare, l'erniazione del disco intervertrebrale, la rottura del legamento longitudinale posteriore e un intrappolamento radicolare da sbarramento del forame. Nel trauma in estensione (tamponamento) il corpo viene spinto in avanti mentre il capo va all'indietro e pertanto se il poggia testa è ben posizionato il capo si ferma subito se viceversa si può avere una iperestensione con la possibilità della rottura del legamento longitudinale anteriore, l'erniazione ventrale del disco, fratture angolari del corpo vertebrale, una contusione delle apofisi che vengono compresse posteriormente e un intrappolamento radicolare da sbarramento del forame. Il tratto cervicale inferiore, C4 -
Generalmente i pazienti che si presentano in pronto soccorso per incidente stradale il 62% lamenta la cervicalgia che nel 65% dei casi si sviluppa entro sei ore dal trauma e la gran parte ha rigidità e contrattura muscolare. Le cause del dolore sono dovute alle distrazioni capsule/lrgamentose/muscolari o alle rotture capsule/legamentose, alle erniazioni discali (si ha rottura dell'anello fibroso e il nucleo polposo migra), alle fratture e alle lussazioni. Il dolore può insorgere subito o a distanza di giorni o addirittura dopo qualche settimana.
LA SINDROME MIOFASCIALE
Premessa:
Per collo si intende la regione anatomica che unisce il capo al torace; la sua componente scheletrica è composta dal rachide cervicale, il segmento più mobile dell'intera colonna vertebrale. Costituito da sette vertebre, di cui le prime due, atlante ed epistrofeo, sono naturalmente e opportunamente modificate per consentire i movimenti di rotazione del capo. La testa e l'atlante si muovono solidamente attorno al perno costituito dal dente dell'epistrofeo. La faccia anteriore del dente si articola con la faccia posteriore dell'arco dell'atlante, quella posteriore con la faccia anteriore del robusto legamento trasverso dell'atlante. Tra le vertebre cervicali sono interposti 5 dischi intervertebrali, 14 articolazioni interapofisarie e le 12 articolazioni uncovertebrali di Luschka. Il sistema scheletrico cervicale è stabilizzato da un sistema di legamenti (longitudinale anteriore, longitudinale posteriore, legamenti gialli, legamenti interspinosi e legamento della nuca) e di muscoli (14 paia tra: anteriori, laterali e posteriori). Normalmente il rachide cervicale presenta una condizione di fisiologica lordosi dovuta alla lieve conformazione a cuneo con maggiore spessore anteriore dei dischi intervertebrali, che anche a questo livello presentano la consueta struttura costituita da nucleo polposo centralmente e anello fibroso perifericamente. Il midollo spinale è irrorato dalle arterie articolari e le arterie spinali enteriore e posteriore.
Colpo di frusta
Descrizione volgare della distorsione del collo; del collo e non del rachide cervicale poichè durante questo momento patologico vengono interessate tutti i distretti tissutali. A seconda della gravità, il danno coinvolgerà più o meno intensamente strutture superficiali (muscoli, legamenti) e/o strutture più profonde (strutture osteocartilaginee, vasi, strutture nervose periferiche e nei casi estremi strutture nervose centrali). Nella stragrande maggioranza dei casi il colpo si frusta porta danno muscolo-
Fisiopatologia
A seguito di un sovraccarico (colpo di frusta) delle unità contrattili viene, generato un danno al reticolo sarcoplasmatico delle fibre provocando la liberazione di ingenti quantitativi di ioni Ca++ indipendentemente dalla propagazione dei potenziali di azione dal sarcolemma ai tubuli T, che è invece il normale meccanismo attraverso il quale il release stesso si produce. Il danneggiamento impedirebbe la ricaptazione degli ioni dopo ogni ciclo di contrazione, per cui la reazione dell'eccesso di questi e dell'ATP fornito dal normale metabolismo energetico provocherebbe uno strato di contrattura locale per la continua interazione delle teste dei filamenti di miosina con i siti dell'actina. In un primo momento si verrebbe a creare nel muscolo una regione di incontrollato metabolismo cui farebbe seguito un'intensa vasocostrizione, probabilmente riflessa, mediata dal Sistema Nervoso Centrale e dalle fibre del Simpatico. L'ischemia prodotta, sia dalla vasocostrizione riflessa che dall'azione meccanica diretta delle fibremuscolari contratte, condizionerebbe, in un secondo momento, una riduzione dell'apporto energetico. Il deficit di ATP trasforma la contrazione fisiologica in contrattura patologica per il mancato distacco delle teste di miosina dai filamenti di actina, analogalmente a quanto è stato dimostrato in patologie quali la sindrome di Mc Ardle. Il danneggiamento del tessuto muscolare sarebbe in grado di promuovere, inoltre il rilascio locale di sostanze quali serotonina, istamina, chinine, prostaglandine ed altri metaboliti dotati di attività algogena. Che il Trigger Point sia una sede di incrementata richiesta energetica e/o limitata circolazione è avvalorata da numerose osservazioni come per esempio : -
Più semplicemente possiamo riassumere in questi termini:
Il tessuto muscolare ha come componente di base la fibrocellula muscolare, caratterizzata dalla sua particolare natura elastica, (caratteristiche proprie della miofibrilla); I muscoli del collo durante il colpo di frusta si comportano come dei tiranti elastici che non permetteranno alle strutture nobili di oltrepassare il limite di rottura, ma questo sforzo porterà ad una situazione di ipercontrattura di reazione al lavoro improvviso, probabilmente svolto in anaerobiosi, tale che il muscolo interessato rimarrà ipercontratto e accorciato, esattamente come succede ad un elastico se viene improvvisamente teso e poi rilasciato. Tale accorciamento altererà la struttura ossea del rachide cervicale, struttura che sarà ben visibile ad una radiografia normale (fisiologica lordosi in condizione normale, rettilineizzazione o addirittura inversione della fisiologica lordosi in condizioni di ipercontratture muscolari). Il persistere di tale situazione, per le caratteristiche del Trigger Point (fenomeno del reclutamento e sommazione) porterà a progressivo schiacciamento delle strutture a contatto della parte ossea del collo (dischi intervertebrali, vasi e nervi), e quindi: mantenimento dell'alterazione posturale del rachide cervicale con fenomeni di spondilo/artrosi progressiva (osservabili in rx cervicali in soggetti anche giovanissimi dopo qualche anno da un colpo di frusta trascurato), algoparestesie arti superiori; cervico/nucalgie intercorrenti, cefalee muscolo/tensive..., tutti sintomi che accompagnano di norma gli esiti del colpo di frusta. Altri sintomi legati al colpo di frusta, soprattutto a breve termine sono: Nausea, vertigini, algoparestesie alle braccia e alle mani.
Visita Ortopedica:
Esame obiettivo: -
Nell' esaminare l' rx rachide cervicale ricercare:
-
-
-
Se la clinica ci fa sospettare discopatie cervicali approfondire diagnosi con:
Emg arti superiori con studio dei potenziali evocati;
TAC.
Risonanza Magnetica.
LE TERAPIE NEL COLPO DI FRUSTA CERVICALE
TRATTAMENTO IMMEDIATO :
-
-
-
-
Mesoterapia Antalgica,
-
-
In letteratura non esiste alcuna evidenza che il collare sia efficace, infatti viene usato per il principio secondo cui: un organo malato va messo a riposo. Il collare non dovrebbe essere prescritto nel grado 1 (ritarda la guarigione), e nel grado 2-
Molto interessante è l'esercizio fisico, infatti si è visto che questo ha beneficio sia a breve cha a lungo termine nel colpo di frusta cervicale; quindi la fisochinesiterapia e l'esercizio muscolare andrebbero consigliati subito alternati al riposo se il dolore dovesse essere importante.
Linee guida : dopo attenta anamnesi e E.O. se non c'è niente siamo di fronte al grado zero, nel grado uno abbiamo la cervicalgia senza nessun segno obiettivale, se non siamo di fronte al grado uno perchè ci sono dei segni obiettivali passiamo alla radiografia, a questo punto ci troviamo di fronte al grado due/tre/quattro dove quest'ultimo lo mandiamo nel centro di chirurgia vertebrale per la valutazione del caso. Pertanto ci rimane:
· Grado uno: si rassicura il paziente sulla benignità della lesione, si stimola il ritorno immediato alla vita di tutti i giorni e si prescrive o si pratica terapia fisioterapica associata una mobilizzazione assistita rachidea con eventualmente anche terapia farmacologica locale decontratturante eantidolorifica.
Se dopo tre settimane permane il dolore o la contrattura muscolare si passa ad altri accertamenti (RMN, EMG) e se è ancora sintomatico dopo sei settimane si passa a un approccio multidisciplinare (odontoiatrico, neurologico, ecc);
· Grado due/tre : va comunque sempre rassicurato il paziente sulla benignità della lesione e se si decide per l'immobilizazione questa deve essere fatta per il minor tempo possibile così come il riposo; inoltre è importante la mobilizzazione assistita che deve essere consigliata precocemente, aiutata sempre con fisioterapia antalgica e terapia medica.
Se dopo ciò a sei settimane permane il dolore e la contrattura si approfondisce con ulteriori accertamenti, mentre se è sintomatico a dodici settimane si fa una valutazione multidisciplinare.
TERAPIE MANUALI E FISICHE DEL COLPO DI FRUSTA
Le terapie del colpo di frusta devono iniziare prima possibile con un trattamento a brevissimo termine di tipo conservativo (collare, allo scopo di mettere in tensione i muscoli del collo e nello stesso tempo limitare il peso della testa; il collare deve essere portato per 7 giorni al massimo per evitare la condizione opposta, cioè l'ipotrofia da riposo dei muscoli del collo e quindi periodi riabilitativi più lunghi. Dopo l'abbandono del collare, che deve avvenire progressivamente, iniziare con terapie antalgiche di tipo fisico ad azione decontratturante e antinfiammatoria ( TecarTerapia ActiveMotion o, in alternativa radar, us a massaggio, tens, laser, ecc..), associando in questa fase terapie di tipo manipoloriabilitativo (rieducazione posturale, rieducazione motoria, mobilizzazione attiva e passiva , pompage, mobilizzazione osteopatica ecc..) del collo. In questa fase può essere utile associare terapia farmacologica con fans e miorilassanti per via sistemica, ma ancor meglio localmente con la tecnica della Mesoterapia.
Tali trattamenti avranno la funzione di rilasciare la muscolatura ipercontratta, ridurre la sintomatologia algica della sindrome miofasciale, bloccare il fenomeno del reclutamento e della sommazione dei TP, portando progressivamente ad una guarigione che potrà essere più o meno rapida e più o meno completa a seconda della gravità del Colpo di Frusta, valutabile dalle alterazioni osservate alla radiografia eseguita in prima battuta ed eventualmente ripetuta dopo qualche mese anche nelle proiezioni dinamiche.
Concludendo:
La terapia per il colpo di frusta deve iniziare in tempi brevi e deve prefiggersi come obiettivo la decontrattura muscolare associata al recupero della mobilità del capo.
Le possibiltà sono diverse, ma secondo la mia esperienza ormai ultra decennale il Collo si tratta in modo eccellente con:
TecarTerapia, Mesoterapia Antalgica, Terapie Manipolo/Rieducative. Per chi non avesse a disposizione la Tecar si può optare per RadarTerapia, Ultrasuoni a massaggio e, in ultima fase, Tens, sempre associate a Terapie Manuali.
Il trattamento riabilitativo dovrà essere proseguito in modo attivo dal paziente con opportuna ginnastica (Neck School) ad azione miorilassante e tonificante la muscolatura paravertebrale del rachide cervicale soprattutto, ma anche del rachide in toto (utile soprattutto idrokinesiterapia e ginnastica a corpo libero a lavoro simmetrico).
Spesso però al colpo di frusta cervicale si associa il trauma contusivo/distorsivo del rachide dorso/lombare e spalla dx o sx o entrambe, da valutare e trattare a seconda dei casi !!!