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Sindrome coronarica acuta: prognosi e statine

Sindrome coronarica acuta: prognosi e statine

L'inizio precoce di una terapia con statine entro 14 giorni dopo una sindrome coronarica acuta (Acs) produce effetti favorevoli ma non significativi sulla comparsa di eventi clinici avversi, in particolare a breve non riduce la mortalità e i tassi di infarto miocardico o ictus. È consigliabile però il loro uso a causa dei benefici che portano a lungo termine sulla malattia coronarica. Lo rivela una metanalisi di 18 trial randomizzati controllati (Rct), per un totale di 14.000 pazenti, effetuata da Matthias Briel, dell'Ospedale universitario di Basilea (Svizzera), e collaboratori. Per essere selezionati gli Rct dovevano prevedere l'inizio del trattamento con statine entro 14 giorni dall'inizio dell'Acs e un follow-up di almeno 30 giorni. L'analisi non ha rilevato significative diminuzioni negli endpoint compositi primari (morte, infarto miocardico, o ictus) o in quelli individuali secondari (morte per ogni causa, infarto miocardico, ictus, morte cardiovascolare, procedure di rivascolarizzazione, angina instabile, e scompenso cardiaco di nuova insorgenza o in peggioramento) nei soggetti trattati precocemente con statine rispetto a quelli che hanno ricevuto un placebo o le cure usuali, nel corso del follow-up. Si sono peraltro registrati trend favorevoli per ognuno degli endoint secondari nel gruppo di pazieni trattati con statine, ma solo il rischio di angina instabile a 4 mesi è apparso significativamente ridotto del 24% rispetto ai controlli.
Int J Cardiol, 2011 Feb 3. [Epub ahead of print]



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