Stretta relazione tra insulino-resistenza e coronarosclerosi
L'insulinoresistenza rappresenta un fattore predittivo indipendente di progressione della placca aterosclerotica nei pazienti con malattia coronarica, sia in quelli diabetici sia in quelli non diabetici. La scoperta è stata effettuata da un'équipe dell'Ospedale Ruijin, affiliato alla Scuola medica universitaria Jiaotong di Shangai (Cina)
L'insulino-resistenza rappresenta un fattore predittivo indipendente di progressione della placca aterosclerotica nei pazienti con malattia coronarica, sia in quelli diabetici sia in quelli non diabetici. La scoperta è stata effettuata da un'équipe dell'Ospedale Ruijin, affiliato alla Scuola medica universitaria Jiaotong di Shangai (Cina). Lo scopo iniziale della ricerca era quello di ricercare, sulla base di dati epidemiologici, nuovi fattori di rischio potenzialmente modificabili per la prevenzione delle coronaropatie. Si è così giunti a identificare il rapporto esistente tra insulinoresistenza e sviluppo dell'ateroma.
I ricercatori, in 4 anni e mezzo, hanno sottoposto a coronarografia 366 pazienti, i quali sono stati suddivisi in due gruppi: con quadro angiografico normale oppure con presenza di placche aterosclerotiche coronariche. In tutti i partecipanti è stata eseguita dopo 1 anno una nuova coronarografia al fine di valutare l'eventuale progressione delle lesioni all'albero coronarico. Per la valutazione di queste ultime i studiosi hanno adottato lo score Gensini modificato, mentre per determinare lo stato di insulinoresistenza si è ricorso al metodo Homa-Ir. Sono infine stati descritti le caratteristiche e i risultati dei test basali e si è eseguita un'analisi di regressione binomiale per verificare l'eventuale rapporto esistente tra insulinoresistenza e aterosclerosi coronarica.
Gli score Gensini degli esami coronarici basale e a 1 anno sono risultati simili all'interno tra i gruppi dei soggetti con maggiore o minore insulinoresistenza (9,09 vs 9,44 e 17,21 vs 14,09, rispettivamente). In ogni caso, il punteggio Gensini mirato a valutare la progressione delle lesioni tra i due esami è apparso significativamente superiore nel gruppo a più alta insulinoresistenza (8,13 vs 4,65). L'analisi di regressione logistica multivariata ha poi evidenziato che l'insulinoresistenza è un fattore predittivo indipendente di progressione di placca coronarica. Gli autori dello studio hanno anche suddiviso tutti i partecipanti in un gruppo con diabete (n=136) e senza diabete (n=230), ma l'Homa-Ir è rimasto predittivo di progressione aterosclerotica in modo indipendente. L'insulinoresistenza – sottolineano gli autori - tende a presentarsi clinicamente in cluster insieme ad altri fattori di rischio cardiovascolare, quali l'iperglicemia, la dislipidemia e condizioni infiammatorie; inoltre secondo alcuni studi pare sia correlata a diverse vie biochimiche o marker di aterosclerosi, tra cui l'Il-6 o l'adiponectina a bassi livelli ematici. Anche l'HbA1c, per i ricercatori cinesi, si è rivelata in questo stesso studio un fattore predittivo di progressione di placca coronarica in individui non selezionati. È già stato verificato da altre équipe, invece, che l'insulinoresistenza non è un parametro utile per la predizione della restenosi intra-stent, in quanto l'occlusione è dovuta proliferazione di neocellule intimali da stimolo infiammatorio.
Cardiovasc Diabetol. 2012 Jun 18;11(1):71