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L'OSSIGENO-
Premessa
Il Mal di Schiena è la manifestazione clinica forse più comune a carattere cronico, associata o meno alla complicanza neurologica, la sciatalgia. La valutazione clinica del paziente affetto da lombalgia o da lombosciatalgia richiede, oltre a una accurata anamnesi (familiare, sociale e occupazionale), un esame obiettivo e strumentale mirato a esaminare la biomeccanica del rachide e le varie componenti che possono essere all'origine del dolore, quali la componente muscolo-
Un breve richiamo all'anatomia e biomeccanica della colonna vertebrale ben evidenzia il numero di tessuti e la complessità delle strutture anatomiche che, integrandosi funzionalmente, permettono il mantenimento della stazione eretta opponendosi alla forza di gravità con un ideale equilibrio di tensioni e risparmio di energia.
Cenni di anatomia e di biomeccanica del rachide
Le differenze anatomiche e strutturali dei corpi vertebrali e dei dischi nei diversi tratti del rachide, le dimensioni del canale rachideo, la morfologia delle faccette articolari posteriori e la postura, svolgono un ruolo biomeccanico di primaria importanza. Le curve sagittali in lordosi e in cifosi realizzano una struttura meccanicamente ideale per mantenere la postura eretta e opporsi alla forza di gravità, creando un equilibrio di tensioni che garantisce un risparmio di energia. La posizione seduta e con il tronco flesso inducono una ipersollecitazione pressoria sui dischi intervertebrali.
L'aumento della pressione endoaddominale e la funzione meccanica del legamento longitudinale anteriore determinano una diminuzione del deflusso venoso, con conseguente aumento della pressione intraossea (28 mmHg) e della resistenza alle forze pressorie del soma vertebrale. Questa situazione assume particolare importanza quando sono presenti osteoporosi o fratture vertebrali.
Il sistema muscolare del rachide, pari e simmetrico, divisibile in un sistema superficiale, un sistema intermedio (elementi oligosegmentari che si inseriscono sui segmenti del rachide) e un sistema profondo (elementi segmentari metamerici). Il sistema pneumico toraco-
Il rachide può essere raffigurato come un'unità anatomo-
La patogenesi della malattia discale posteriore, comunemente nota come ernia del disco, può essere multifattoriale. Tra gli elementi che possono concorrere alla sua insorgenza, vi sono fattori legati alla degenerazione intrinseca del disco e altri fattori di natura anatomica, spaziale, meccanica, flogistica e vascolare. L'importanza dei fattori spaziali emerge nel conflitto disco-
La lombosciatalgia può essere la conseguenza di una ernia discale contenuta, di una protrusione discale, di una ernia espulsa, di una ipertrofia del legamento giallo e/o di una degenerazione artrosica delle articolazioni posteriori .
L'interpretazione del sintomo lombosciatalgico, richiede la comprensione del tipo di dolore descritto dal paziente e presuppone una profonda conoscenza della fisiopatologia del dolore acuto e cronico a livello rachideo. Il dolore lombare può essere distinto in somatico superficiale, somatico profondo, radicolare, viscerale riferito o psicogeno. E' importante sottolineare che, nei meccanismi algogeni, il fattore meccanico non rimane mai isolato ma viene complicato dalla presenza di fattori biochimici, vascolari e neurogeni.
Il dolore somatico profondo lombare è frequentemente associato a una contrattura muscolare a livello delle fasce muscolari, delle inserzioni legamentose, delle articolazioni posteriori e dell'anulus discale. Il ruolo dei meccanocettori risulta di particolare importanza nella contrattura dei muscoli paravertebrali.
La lombalgia deve essere distinta dalla lombosciatalgia.
La sindrome del piriforme , la borsite trocanterica, la periartrite dell'anca, o l'entesopatia inserzionale del ventaglio gluteo possono simulare un dolore lombosciatalgico,per il quale tuttavia si renderà necessaria un'attenta diagnosi differenziale. Infine, va ricordato come, alle volte, il dolore lombare evocato da un trigger point, distante dalla reale sede metamerica del dolore, possa essere spiegato dalla presenza di anastomosi tra i nervi spinali posteriori.
In sintesi la Patologia Degenerativa della colonna vertebrale dell'anziano, che si estrinseca nel semplice sintomo della lombalgia cronica, deve essere visto a patogenesi multifattoriale.
I fattori che concorrono al suo instaurarsi sono
a) Meccanici (entità della protrusione discale, sede centrale, laterale o foraminale della protrusione/ernia, mobilità della radice nervosa),
b) Anatomici (legati all'anatomia del legamento longitudinale posteriore e alla sede metamerica del disco, quindi alla sua mobilità segmentarla),
c ) Vascolari ( interessamento della microcircolazione della radice nervosa per compressione e trombizzazione),
d) Flogistici (flogosi del tessuto perinervoso, delle fibre posteriori dell'anulus e processi autoimmuni rivolti al nucleo polposo),
e) Spaziali (stenosi vertebrale per cause congenite, degenerative e iatrogene).
Nella pratica clinica l 'espressione anche strumentale di questi fattori patologici, si evidenzia con instabilità degenerativa, stenosi canalare e ipertrofia del Ligamentum Flavium, associato, a seconda dei casi, alle protrusioni/ernie discali.
STUDIO OSSERVAZIONALE:
L'OSSIGENO-
Dipartimento Tecnologie per la Salute-
Dall' esperienza degli osservatori, che sarà tra breve illustrata, si evince come l'infusione paravertebrale di una miscela di O2-
Il razionale dell'utilizzo di una miscela di O2-
Il meccanismo biochimico di azione della miscela di O2-
A livello periradicolare invece la miscela di O2-
Valutare i benefici dati da infiltrazioni paravertebrali bilaterali di 15 cc. di una miscela di O2-
Dal Gennaio 2003 al dicembre 2008 stato condotto presso la Divisione di Clinica Ortopedica dell'Università di Milano (P.O. C.T.O-
Follow up 36-
Sono stati trattati 269 Pazienti (131 maschi e 138 femmine), divisi in un Gruppo A (139 pazienti, 66 maschi e 73 femmine) di età inferiore ai 50 anni e un Gruppo B ( 130 pazienti, 65 maschi e 65 femmine) di età superiore a 50 anni. Lo studio pertanto prende in considerazione un Gruppo di pazienti giovani (Gruppo A) e un Gruppo di pazienti anziani (Gruppo B)
I criteri di esclusione erano segni clinici di radiculopatia grave (scomparsa dei riflessi tendinei, anormalità della percezione sensoriale); sindrome della cauda equina, deficit neurologico progressivo e/o steppage a causa di danno di radicolare completo (considerati come lesioni che richiedono trattamento chirurgico) (7); stenosi lombare; neuropatia diabetico; BMI maggiore di 30; scoliosi lombare maggiore di 20; gravidanza; Favismo (nel quale controindicata la terapia di O2-
Tutti i pazienti, dopo essere stati informati dei rischi potenziali del trattamento, così come della possibilità di insuccesso, di recidiva della patologia e di riacutizzazione della sintomatologia, hanno sottoscritto un consenso informato. Prima dell'inizio del trattamento è stata raccolta accurata anamnesi di ogni paziente, correlata ad esame obiettivo e a note riguardanti esami strumentali eseguiti dal paziente nei periodi immediatamente precedenti.
Ognuno dei pazienti è stato sottoposto ad uno o più cicli di n.12 infiltrazioni paravertebrali bilaterali di 15 cc.di una miscela di O2-
L'iniezione intramuscolare fu praticata nella muscolatura paravertebrale lombare bilateralmente e con simmetria rispetto ai processi spinosi, in condizioni si assoluta sterilità, con un ago da 22-
Il tempo di iniezione stato di circa di 15 secondi per infiltrazione, in quanto, dai dati riportato in letteratura, si evince come un tempo di iniezione più lungo sia inadatto a causa dell'instabilità di O3 medico che comincia a decadere (2 g / ml) dopo circa 2 secondi. Non stata usata nessuna forma di anestesia e la procedura sempre stata svolta in ambulatorio dalla stessa equipe. Durante il trattamento non stato permesso ai pazienti di avvalersi di altre terapie mediche e fisiche alternative.(8)
I partecipanti erano liberi interrompere o continuare il trattamento in base alle loro impressioni di miglioramento e la soddisfazione, valutati in base al miglioramento soggettivo della sintomatologia e alla riduzione di assunzione di antinfiammatori steroidei e non.
Le diverse patologie da cui erano affetti i Pazienti erano così rappresentate:
12(45%) Ernie Discali contenute (37 Gruppo A, 47 Gruppo B) (Stadio III sec. Postacchini TAB 2);
77 (28%) Protrusioni Discali (53 Gruppo A, 6Gruppo B) ((Stadio II sec. Postacchini TAB 2);
27 (10%) Ernie Discali Espulse (2Gruppo A, 7 Gruppo B) (Stadio IV sec. Postacchini TAB 2);
45 (17%) esiti di intervento chirurgico di discectomia (2Gruppo A, 16 Gruppo B);
43 (16%) Stenosi Canalari associate a diverse patologie discali (7 Gruppo A, 36 Gruppo B):
3 (2,3%) Spondilolistesi Degenerative associate a diverse patologie discali (Gruppo A, 3 Gruppo B).
In alcuni Pazienti si riscontravano più patologie contemporaneamente.
Gli spazi discali interessati (TAB. 3) erano per il 38% L4-
La valutazione clinica del dolore ha tenuto conto di Parametri Soggettivi, valutati secondo scala V.A.S.( Visual Analogic Scale, da 1 a 10) e di Parametri Oggettivi evinti dalla risposta dolorosa alle manovre di Lasegue, Wasserman, punti di Valleix, valutazione della sensibilità nei territori nervosi coinvolti dalla patologia di riferimento, riflessi osteotendinei, deficit di EPA, ECD, ROT e TA.
La raccolta dei dati relativi alla percezione del dolore stata effettuata prima dell'inizio della terapia [V1], alla 3^ [V2], 6^ [V3], 9^ [V4], 12^ [V5] infiltrazione paravertebrale della miscela di O2+O3 e, a seguire, a 3 mesi [V6] e a 6 mesi [V7] dalla fine del cicli di infiltrazione con T.A.C. di controllo.
Sono stati considerati come risultati BUONI o OTTIMI la guarigione e il miglioramento di circa il 90% della sintomatologia; risultati DISCRETI il miglioramento di circa il 50% della sintomatologia algica; INSUCCESSI il mancato miglioramento della sintomatologia e/o la sospensione anticipata del trattamento.
I risultati positivi, deducibili dalla somma dei risultati buoni e discreti, sono stati 232 (85%) e, tale percentuale, non si discosta da quanto riportato in letteratura per l'efficacia delle diverse metodiche chirurgiche. Non sono state evidenziate differenze statisticamente significative nella percentuale dei risultati tra uomini e donne né tra Gruppo A (Pazienti Giovani) e Gruppo B (Pazienti Anziani), fatta eccezione per le Ernie Discali Espulse in esiti di discectomia nei giovani e le Patologie Discali associate a stenosi su base degenerativa negli anziani, patologie per cui si sono riscontrate le maggiori percentuali di insuccesso sebbene un miglioramento rispetto alle diverse terapie antidolorifiche e antinfiammatorie fosse sempre riportato dai Pazienti.
Tutti i pazienti hanno segnalato una ridotta assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei già dalla
3^ infiltrazione . Non sono stati riportati eventi avversi.
Conclusioni
Le caratteristiche anatomo-
1) Aksoy C, Karan A, Diracoglu D. Low back painresults of an open clinical trial comparing the standard treatment alone to the combination of standard treatment and thiocolchicoside. J Orthoped Traumatol 2002; 3105-
2) Ketenci A, Ozcan E, Karamursel S. Assessment of efficacy and psychomotor performances of thiocolchicoside and tizanidine in patients with acute low back pain. Int J Clin Pract 2005; 59764-
3) Marcel C, Rezvani Y, Revel M. Evaluation of thiocolchicoside as monotherapy in low back pain. Results of a randomized study versus placebo. Presse Med 1990; 191133-
4) Tuzun F, Unalan H, Oner N, et al. Multicenter, randomized, double-
5) Van Tulder MW, Touray T, Furlan AD, et al. Muscle relaxants for nonspecific low back paina systematic review within the framework of the Cochrane collaboration. Spine 2003; 281978-
6) Torri G, Della Grazia A, Casadei C.Clinical experience in the treatment of lumbar disk disease, with a cycle of lumbar muscle injections of an oxigen + oxone misture,International Journal of Medicine, Biology and the Environment volume 27 n.2 July-
7) Negrini S.,Giovannoni S., Minozzi S., et all, Diagnostic therapeutic flow-
8) Paoloni M., Di Sante L., Cacchio A., Apuzzo D., Marotta S., Razzano M., Franzini M., Santilli V, Intramuscolar Oxygen-
9) F. Postacchini , Le Ernie Discali lombari. A.Delfino, edizione 1998 -