Più rischi per stent a eluizione che a metallo nudo
I pazienti colpiti da infarto miocardico con sovraslivellamento St (Stemi) e sottoposti a intervento coronarico percutaneo con stent a eluizione di paclitaxel (Pes), hanno un rischio superiore di malposizionamento e mancata riendotelizzazione del dispositivo, a 13 mesi, rispetto a quanti ricevono uno stent a metallo nudo (Bms). I pazienti trattati con Pes, però, hanno tassi ridotti di proliferazione neointimale, e pertanto un minore rischio di restenosi vasale, rispetto a quelli sottoposti a impianto di Bms. Sono i risultati di un sottostudio dell'Horizons-Ami (Harmonizing outcomes with revascularization and stents in acute myocardial infarction) effettuato da Giulio Guagliumi, degli Ospedali riuniti di Bergamo, e collaboratori. Nella ricerca sono stati coinvolti 118 soggetti con infarto Stemi, sottoposti a tomografia a coerenza ottica (Oct) per lo studio in vivo della riendotelizzazione delle maglie metalliche degli stent e che, durante l'operazione, erano stati randomizzati a ricevere Pes (n=89) o Bms (n=29). Inoltre, 13 mesi dopo l'intervento, sono stati valutati l'aspetto e il posizionamento di 44.139 stent (34.142 Pes e 9.997 Bms) applicati in 125 lesioni (93 Pes e 32 Bms). Nel complesso, è emersa una maggiore percentuale di stent non ricoperti e malposizionati in lesioni trattate mediante Pes che Bms, rispettivamente nel 5,7% vs 1,1% e 0,9% vs 0,1% dei casi. Al contrario, la percentuale media di ostruzione vascolare nei soggetti con Pes (19,2%) è risultata quasi la metà di quella rilevata con Bms (36,0%). Nonostante la mancata riepitelizzazione possa aumentare la probabilità di eventi trombotici a un follow-up tardivo - commentano gli autori - la riduzione della restenosi vista nei Pes rispetto ai Bms può comportare una diminuzione degli eventi trombotici secondari. In ogni caso, concludono, occorrono ulteriori studi per stabilire la correlazione tra queste osservazioni e gli eventi clinici avversi a lungo termine.
Circulation, 2011 Jan 25;123(3):274-81