Rasagilina ritarda il ricorso ai farmaci per il Parkinson
Trova conferma l'efficacia di rasagilina nel ritardare il ricorso ai farmaci sintomatici per la malattia di Parkinson. Emerge inoltre il contributo dei punteggi relativi alle attività quotidiane della scala Updrs (Unified Parkinson's disease rating scale) nella risposta di rasagilina 1 mg/die "early-start" rispetto all'instaurazione ritardata del trattamento. Infine, il tasso di deterioramento di Updrs è risultato minore di quanto anticipato da studi precedenti e in correlazione con la gravità della malattia al basale. A sancirlo è lo studio Adagio, multicentrico in doppio cieco, placebo-controllato, in cui 1.176 pazienti con malattia di Parkinson in fase precoce e non trattata sono stati randomizzati a ricevere 1 o 2 mg di rasagilina al giorno per 72 settimane (gruppi "early-start") o placebo per 36 settimane seguito da rasagilina 1 o 2 mg al giorno per 36 settimane (gruppi "delayed-start"). Lo studio porta la prima firma di Olivier Rascol, del dipartimento di Farmacologia clinica di Tolosa (Francia), e vede la partecipazione per l'Italia di Fabrizio Stocchi dell'Irccs San Raffaele di Roma. L'indagine dimostra che il bisogno di una terapia anti-Parkinson addizionale si riduce con rasagilina 1 mg/die (9%) e 2 mg/die (9%) rispetto al placebo (18%). Alla settimana 36, le due dosi migliorano in modo significativo i subscores motori di Updrs rispetto a placebo (differenza media rasagilina 1 e 2 mg: -1,88 e -2,18) ma anche i subscores relativi alle attività quotidiane (Adl; rasagilina 1 e 2 mg: -0,86 e -0,88). Alla settimana 72 l'unica differenza significativa fra trattamento "early-start" e "delayed-start" ha riguardato il subscore Adl alla dose di 1 mg/die (-0,62). Lo studio ha anche mostrato che il tasso di progressione dello score Updrs totale si attesta, nel gruppo placebo, su 4,3 punti in 36 settimane, pari a circa 6 unità all'anno. Sempre nel gruppo placebo, i pazienti con scores Updrs nel quartile inferiore sono andati incontro a una progressione più lenta rispetto ai pazienti con punteggi nei quartili più alti (differenza media: -3,46).
Lancet Neurol, 2011 Apr 7. [Epub ahead of print]